sábado, 15 de setembro de 2012

AGLI STRANIERI PRIGIONIERI NEL MONDO

Oggi 16 Settembre ricordo con dolore un'amica che esattamente da un anno e' in prigione. Il dolore per la certezza a cui mi aggrappo per la quale la prigione non serve. Il dolore nel vedere una donna, un'amica, una mamma,una sorella, lontano da casa. Il dolore per la consapevolezza che c'e' un prezzo da pagare, molte volte ingiusto, per gli errori che si commettono. E mentre i piccoli ladri vanno in galera, come mio padre mi ha sempre insegnato, sin da piccola, gli altri ne godono i frutti, seppur maceri. Il dolore nel domandarmi chi siamo per decidere se 5 anni di pena sono piu' giusti di 1 anno. Ci nascondiamo dientro maschere lasciate a noi da altri. Oggi dedico questo giorno a tutti gli stranieri incarcerati nelle prigioni del mondo. Lontano da volti familiari, da visi sereni e sorridenti. Lontano dalle proprie lingue madri. Dai propri sapori e colori. Lontano da un conosciuto. Dedico questo giorno a tutti gli stranieri incarcerati in prigioni di paesi sconosciuti, dei quali non avevano la minima idea che esistessero. Spesso, molto spesso in condizioni di vita difficili, circondati da facce guardinghe. Sprofondati all'interno del malfunzionamento della giustizia. In un vortice. L'accesso ad un avvocato diventa impossibile, molte volte non ci sono rappresentanze diplomatiche e quando ci sono, le stesse non hanno le funzioni per attuare e fare nulla. Persone invisibili, che ritrovandosi molte volte senza documenti di identita' non possoso essere che NESSUNO, come diceva il nostro Pirandello. I NESSUNO in realta' sono esseri umani.

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