Maputo-Pemba di "machibombo" solo 3000 kilometri in 4 giorni
Decido di convincere Davide, non che ci sia voluto molto, a viaggiare sino a Nord per conoscere il Paese che abitiamo ormai da un anno.
Parto il 26 Dicembre direzione Maxixe, chiaro di machibombo (il mezzo di trasporto piu' usato in Mozambico, per percorrere lunghe distanze). Dopo circa 7 ore di viaggio, sotto un diluvio incessante, raggiungo la turistica citta' di Inhambane. Lo spettacolo che mi si presenta agli occhi e' alquanto drammatico. Villaggi fantasmi, capanne inzuppate di 3 giorni di pioggia continua, un deserto desolante e solo quasi in citta' noto alcuni uomini che cercano di deviare il fiume d'acqua, spostando zolle di terra da una parte all'altra della strada. Arrivo in citta' e mi dirigo al porto per imbarcarmi su di una piccola barca di circa 35 persone per raggiungere l'altra riva del mare, Maxixe. Davide mi viene incontro con quel suo bel sorriso napoletano e con un ombrello gigantesco gia' distrutto. Ue sore'!!! Allora si parte verso il Nord con questo diluvio Universale? Nel frattempo il suo sguardo si sposta sul fondoschiena di una bella e giovane "mamma Africa" che con frettoloso passo e in testa kili di..non ricordo cosa...si dirigeva verso il barco. E questa sara' solo il primo di innumerevoli fondoschiena!!!
Maxixe la nuova casa del mio fratellino. Ci dirigiamo nel bairro, mentre la pioggia si acquieta. Incontriamo alcuni bambini a giocare col del plastirolo nelle pozzanghere formatesi in 3 giorni di pioggia, Uno di loro, sul ciglio della strada, piange: i suoi occhi tristi e vivi allo stesso tempo. Gli avevano tolto il gioco di mano, cioe' un po' di polistirolo. Continuiamo a camminare sino ad una porta di ferro, all'apertura della quale compare un campo di mandioca e alcune case disperse e in rovina. Solo quelle proprio dinanzi al nostro cammino, noto, sono dipinte di rosa. Davide vive li'. La sua stanza, pavimento di cemento, 2 finestre una delle quali coperta da una lastra di compensato, un letto, un tavolo sul quale e' collocato il nuovo lap-top regalato da suo papa' e una esteira sulla quale giacciono magliette, pantaloni, tutto il poco abbigliamento portato dall' Italia. Ci prepariamo, ovvio, un caffe': sara' il primo di tanti, troppi caffe', specialmente quando incontreremo Tatiana e Andrea.
Di fronte alla nuova casa di Davide un albero, di manghi? Non ricordo bene. Fratelli' di manghi? Albero segno di tante chiacchierate e sigarette fumate all'ombra di un sole bollente (non il nostro caso, dal momento che ci avrebbe potuto difendere sono da goccioloni di pioggia incessante), il conoscitore di tanti segreti. Non ancora esausta ho voglia di conoscere un po' piu' da vicino Maxixe. Ripercorriamo la strada a ritroso e ci immergiamo nella piccolissima cittadina, approfittando della cessata pioggia. Maxixe, citta' di Indiani piu che di mozambicani, indiani che hanno fatto i soldi con il commercio qui in Mozambico e non solo qui a MAxixe. Una moschea sulla strada principale -la nazionale- ci rende ancor di piu' l'idea della loro presenza. Un Hotel trasformato in appartamenti, appare sul lato opposto della Moschea e ritornando verso la piazza centrale, alcune banche, troppe per essere in un piccolo paese e alcuni bar-ristorante. Affamati ci intrufoliamo in un campeggio-ristorante alla ricerca di un po di cibo. Ordiniamo del pesce che non tarda ad arrivare fortunatamente, ma sfortunatamente la cameriera, una bella fofa simpatica, ha sbagliato l'ordine. Quindi ci dividiamo il piatto di lulas, decidendo di prendere un altro bicchiere di vino e un'altra 2M. Usciro' quasi ubriaca dal ristorante. Ci dirigiamo verso casa, non piove. A casa mi faccio prendere dalla mania notturna di pulizie domestiche, ricordandomi l'immagine di una moglie che, andando a visitare suo marito, gli mette in ordine la casa. La desolazione della casa di Davide mi aveva colpito al primo minuto poche ore prima. La cucina sopratutto e il bagno. Era da dare una bella ripulita e un po' di colore!!! Persuado indirettamente anche il mio fratellino, che comincia ad aiutarmi: laviamo tutti i piatti sporchi, puliamo e mettiamo in ordine
una delle mensole ricoperte inizialmente di "baratas", comincio a disinfettare il bagno, laviamo a mano i pochi strofinacci sporchi che erano in giro e per finire il pavimento. Carlos il guardiano, sbirciandoci di sottecchi da lontano inizialmente, tentando anche di darci delle indicazioni utili, decide definitivamente di andare a fare una ronda con il suo arco e frecce, mentre io e Davide ci lasciamo avvolgere dal nostro rituale domestico. Sfiniti riesco a bere il mio te' preferito da quando sono in Africa, fatto di foglie di pianta di limone. Dopo pochi minuti mi lascio addormentare dal nuovo letto in un sonno profondo sino al mattino dopo, quando verso le 4, vengo svegliata da una pioggia torrenziale. Piove di nuovo!!!
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